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giovedì 24 luglio 2008

I Compagni hanno la testa dura

Da Domenico Maglio ricevo e volentieri pubblico

I “compagni” hanno proprio la testa dura!
…ma il PD deve darsi una scrollata…..


Tutti “nello schieramento avverso al centro destra” parlano di emergenza democratica, di pericolo per le Istituzioni, di un governo muscolare, di prevaricazione dei diritti delle persone, di arroganza del potere e tutte queste belle cose che si leggono sui giornali ogni giorno oramai da aprile scorso.
In effetti chi scrive lo diceva già da qualche anno e ahimè il suo realizzarsi oggi non da alcuna soddisfazione.
Ma indipendentemente dalla condivisione di tali dichiarazioni, mi sembra che non si sia ancora capito bene dove stiamo andando a parare, e ciò è molto strano visto che i delegati eletti, o meglio nominati coattivamente, dovrebbero essere i primi a comprendere e indirizzare l’inizio di un percorso alternativo, riformista, socialdemocratico, progressista, ognuno scelga a suo piacimento tra l’inflazione di aggettivi che circolano da qualche anno in qua.
Soprattutto parrebbe che non si sia messo a fuoco bene cosa serve e non credo sia necessario essere politologi esperti per afferrare l’importanza del momento che sta attraversando il nostro paese e per capire.
Io credo al contrario che invece lo si sia capito benissimo ma si cerchi a tutti i costi di evitare di essere tagliati fuori dalle stanze del potere, anche piccolo che si può ottenere nelle amministrazioni locali sventolando qualche vecchia bandiera e urlando qualche slogan piuttosto superato.
Soprattutto questo succede alla “sinistra alla mia sinistra”, che guardo con affetto ma anche con qualche preoccupazione e più spesso con incredulità.
La parola d’ordine in quest’area da un po è la ricerca “dell’unità della sinistra”, bene, ma io domando “quale sinistra”?
E per fare cosa? Per avere un gruppetto alla ricerca di spiccioli di consenso che permetta di contrattare qualche assessore? E per ottenere che cosa oltre alla gratificazione economica di un qualche singolo?
Ora, proprio per l’affetto che mi lega a questa sinistra, io vorrei che la smettesse una buona volta di evocare tempi andati, e iniziasse a guardare con gli occhi di oggi le criticità del nostro tempo, perché solo così riuscirà a far vivere quegli ideali storici che sono alla base della sua dottrina originaria.
Le politiche possono essere indirizzate stando dentro il sistema e non fuori.
“L’unità a sinistra” è un’utopia, è irrealizzabile nei termini in cui viene proposta, non esistono ad oggi le condizioni politiche per il suo compimento ma non esisterebbero neppure le condizioni di consenso, senza contare la vetustà di proposte oggi francamente irrealizzabili, senza contare che una parte di questa sinistra dichiara di voler restare forza di opposizione ad eternum mentre un’altra invece aspira al governo, e già questo sarebbe un buon motivo che dimostra l’impraticabilità di una qualsiasi via unitaria.
Ma non basta ancora, perché esiste un’altra parte di sinistra, più moderata, più socialdemocratica come si definisce, un movimento, come si definisce, che a forza si vorrebbe inserire dentro questa “unità”, una sinistra che non ha compiuto il passo nel PD ma che non ha nessuna intenzione di fare una unità radicale di questo tipo perché contraddirebbe se stessa e tutto quanto va predicando da un pò di anni a questa parte.
E allora? Dov’è questa illusoria “unità a sinistra”? Chi la fa?
Se questa sinistra si è prima divisa lo ha fatto certamente dopo aver valutato l’impossibilità di restare insieme per diversità programmatiche, ideologiche, di strategia politica quindi a meno che prima queste stesse diversità non siano state parole al vento c’è da presumere che tali divergenze ancora oggi esistano.
L’unità che oggi si vuole invece resuscitare a cosa mira allora?
Qualcuno dice che sia un’operazione per poter ottenere una qualche rappresentanza nei vari Enti locali che i numeri dei singoli partiti non potrebbero ottenere.
Sinceramente non so se questo corrisponda al vero, ma non c’è dubbio che singolarmente l’obiettivo sarebbe difficilmente raggiungibile.

Io credo che per la sinistra ci sia invece un’altra strada, anzi forse l’unica strada percorribile e l’essere di sinistra significa proprio questo, essere convinti che esista sempre una seconda soluzione, un’alternativa a una società che ci sembra ingiusta e che vogliamo migliorare, per il bene comune.
Qui sta il punto di questa sinistra, il bene comune, il bene pubblico, la responsabilità verso gli altri, verso la comunità intera.
Questo sacrificio per il bene comune necessità di un cambiamento repentino di indirizzo e di linea politica, ma quando si vuole riunire i residui sparpagliati ovunque restando comunque ininfluenti e minoritari mi domando questo senso di responsabilità verso il nostro paese dove sia andato a finire e se non si spieghi se non con l’avvallo di quanto si mormora, la ricerca della prebenda personale.
Io penso che non sia importante ottenere un consigliere quà e là solo per far vedere che ci si siede al tavolo delle trattative, penso che sia importante invece circoscrivere il fosco orizzonte verso il quale l’Italia sta precipitando, e lo si potrà fare con senso di responsabilità di tutti coloro che tale prospettiva vogliono arginare, e non per mettersi contro qualcuno ma per costruire qualcosa di meglio.
Per la sinistra “che vuole unirsi” non credo esista un futuro se questa sarà la strada che vorrà percorrere, ma al contrario penso che sia una strada senza uscita, un’inutile protrarsi agonizzante, dato che non potranno nascere accordi elettorali futuri come in passato già respinti all’ultima tornata elettorale.
Quale l’alternativa?
E’ su questa capacità di realizzarla che si misureranno gli spessori della sinistra italiana, la cui maggioranza non sta certo nella sua espressione più radicale, ma nell’altra, quella riformista nonostante le sue note situazioni implosive.
Io penso che “ a sinistra” si debbano fare alcuni passi imprescindibili.
La sinistra più radicale eviti di gettarsi alla ricerca di percorsi comuni al suo interno che non troverà e che rischiano di fomentare nuove fratture e inizi a mettersi sull’unica strada che porta al governo dei più grandi paesi europei, la strada della socialdemocrazia e del riformismo, perché è questa e nessun altra la sinistra che è salita alla guida dei governi.
Se qualcuno conosce situazioni diverse le renda note.
La sinistra più moderata, più riformista si dia un’organizzazione più definita, evitando di stimolare nell’opinione pubblica la situazione di incertezza e di precarietà che la sta investendo, inizi ad essere un partito vero e non provvisorio come da l’impressione di essere, costerà qualche sacrificio “interno” ma credo ne valga la pena.
Su entrambe le cose dette esistono ostacoli, ma bisogna far di tutto per rimuoverli se si vuole uscire dall’impasse politico ed essere pronti per il futuro.
Per la sinistra radicale significa non sconfessare una lunga storia, ma al contrario portare a compimento “il partito nuovo”, anche se so bene che molti che si professano comunisti non sanno neppure di cosa si tratta e che invito ad andarsi a rileggere, potranno capire molte cose da quella lettura e forse apriranno finalmente gli occhi su un’evoluzione politica della sinistra italiana che oggi gli è ignota.
E’ un passo importante che non credo eviterà ulteriori e inevitabili fratture, ma d’altronde uno zero virgola in più o in meno non sposterà granchè il suo peso politico già da prefisso telefonico.
Per la sinistra riformista, per il PD, perché tale vuole essere anche se definirsi oggi così reca dentro e fuori mal di pancia a qualcuno, il diventare partito vero comporterà anche qui qualche mugugno dal “popolo delle primarie”, mugugni già esistenti e in aumento con abbandoni clamorosi anche se penso in fondo non inaspettati, ma questo popolo che ha contribuito con volontà e impegno alla sua nascita penso debba comprendere che non è possibile riunire un’assemblea ad ogni batter di ciglia, un partito non è un’Associazione, ha forme definite di rappresentanza, gruppi dirigenti, parla con una voce sola, e se non riuscirà a darsi una struttura organica e certa sarà difficile che possa accreditarsi verso altre forze politiche come polo calamitante, ma verrà visto come un rassemblement non proprio affidabile.
Questi due passi vano fatti in concomitanza, nei loro tempi, ognuno in casa sua come si dice, senza frenesia, ma contemporaneamente in un arco temporale opportuno.
Bisogna capire anche che un blocco riformista deve avere un programma riformista, non può averne nessun altro, anche se questo programma in alcune scelte potrebbe sembrare impopolare, e su questo è necessario costruire e quindi convergere, ma deve essere un tutt’uno, e non un’aggregazione federativa momentanea o di alleanza che oggi c’è e domani no, tutti devono concorrere dentro questo blocco in maniera organica, con le loro posizioni moderate, radicali, laiche, cattoliche, associative, mantenendo anche la loro piena autonomia, ma devono essere insieme e non slegati e divisi da simboli e bandiere.
Un grande blocco progressista che sia maggioritario in Italia e dia il suo contributo forte in Europa, variegato al suo interno ma unito organicamente sotto un unico obiettivo, fare il bene del nostro paese.
Questa è l’alternativa all’oggi per arrivare pronti al domani.
In realtà arrivare in fondo a questo processo non sarà semplice proprio perché ancora coloro che potrebbero farne parte restano – con ragione o a torto – ancora legati a vecchi schemi forse non più attuali, oppure guardano a restare una specie di ago della bilancia che gli può permettere una contrattazione.
Inviterei comunque tutti coloro che in un modo o nell’altro si definiscono “di sinistra” a ripescare i giornali del dopo elezioni, quelle di aprile 2008, dove venivano dipinte di rosso e di blu le varie rappresentanze territoriali, rosso al centro sinistra e blu al centro destra.
Basta guardare quei colori per capire che alternative da realizzare non ce ne sono.

Maglio Domenico
Azione Riformista – Savona -

martedì 15 luglio 2008

Il Partito del cemento

Mercoledì 16 luglio alle ore 21 presso la sala rossa del comune, presentazione del libro "Il Partito del Cemento" di Ferruccio Sansa e Marco Preve

La buona novella del riformismo

Da Gianni Gigliotti, presidente di Azione Riformista, ricevo e volentieri pubblico:

LA BUONA NOVELLA DEL RIFORMISMO

La storia non è finita, la politica non è finita, il riformismo ha dispiegato le ali della buona novella.

"Azione Riformista - l'Europa dei Cittadini", nel solco della tradizione liberale democratica, si propone con forte determinazione come laboratorio aperto, di alto profilo sociale, propulsore d'idee e d'iniziative politiche culturali a testimonianza dell'evoluzione dei tempi:
laboratorio volto al pluralismo, testimone e portavoce dei cittadini e del loro diritto di coinvolgimento attivo nella conduzione dello Stato: nella convinzione che il riformismo abbia un ruolo credibile, moderno e dinamico, capace di guardare oltre l'inquieto presente, un ruolo determinante nel denunciare il peso insopportabile di zavorre ingombranti, egoismi di Casta, con un ricambio significativo di una classe dirigente logora e non più credibile, inabissata nei propri interessi ed evulsa da una realtà esistenziale in continuo divenire e fermento.

Uscire dal cono d'ombra: questo il nostro obiettivo primario, dichiarato e limpido, non certo il gestire o il commercializzare verità, o indicare soluzioni miracolose:
il nostro impegno è mirato alla costruzione di un'ampia base di discussione e dialogo che coinvolga politici e cittadini, politica e società, risvegliando quella voglia di partecipazione, oggi mortificata e sopita, di tutti coloro che hanno gelosamente custodito nel cuore e nella mente gli ideali nobili del riformismo con al centro la vicenda dell'Uomo.

Alla politica dei fatti, non quella delle sole promesse o dell'inquinamento verbale, compete la responsabilità di elaborare e decidere: senza falsi moralismi, senza eludere, affrontando le problematiche imcombenti con coraggio, rispetto e senso di giustizia.

Oltre, c'è il ciglio dell'abisso: ognuno di noi con le proprie responsabilità.


GIANNI GIGLIOTTI
(Presidente "Azione Riformista - l'Europa dei Cittadini").
www.azioneriformista.it

giovedì 10 luglio 2008

Sinistra Democratica e Partito Socialista

A questa pagina un interessante articolo di commento alla conclusione del congresso del Partito Socialista di Ernesto Fedi di S.D.